Dal 2018 i centri revisione controlleranno anche la situazione bollo. Niente collaudo per chi non pagherà
I “furbetti” del bollo potrebbero ricevere una sgradita sorpresa: a breve, il mancato pagamento della tassa di proprietà potrebbe impedire la revisione periodica del veicolo. È, in estrema sintesi, il contenuto di un emendamento alla Legge di Stabilità 2017 proposto nelle scorse ore dal Partito Democratico.
In buona sostanza: “niente bollo, niente collaudo”. E va da sé che da lì non si scappa: finora, chi non è in regola con la tassa di proprietà non ha mai avuto alcun impedimento alla circolazione; ma un domani, i “ceppi” delle Entrate potrebbero abbracciare anche la revisione. Che, come si sa, se non viene effettuata comporta il ritiro del “libretto”, una multa (salata) e l’invio del veicolo al collaudo in Motorizzazione.
Testualmente, l’emendamento indica che dal 2018, gli uffici competenti, “Prima di effettuare la revisione ai veicoli soggetti alla revisione obbligatoria, devono verificare l’avvenuto pagamento, dell’anno in corso e degli anni precedenti, della tassa di proprietà, della tassa di circolazione e della situazione di fermo amministrativo”.
Il bollo, quindi, dovrà essere stato regolarmente pagato; e non soltanto per l’anno nel quale l’automobilista (ma anche il motociclista e l’autotrasportatore) presenteranno il proprio veicolo al collaudo; ma occorrerà anche che l’auto, la moto o il mezzo pesante siano in regola relativamente alla situazione pregressa. Il controllo sarà affidato ai centri di revisione, che avranno accesso alle banche dati dell’Agenzia delle Entrate e, qualora dovessero riscontrare un mancato pagamento del “bollo”, non effettuerebbero il collaudo; tuttavia, l’emendamento non indica in maniera chiara se le stesse officine avranno anche il compito di segnalare gli evasori.
Paradossalmente, l’emendamento PD alla Legge di Stabilità, approvato dalla Commissione Finanze alla Camera e per il quale adesso si attende il parere della Commissione Bilancio (il “via libera” definitivo appare quindi ancora piuttosto lontano), trasformerebbe il bollo auto da tassa fra le più odiate – al pari del canone Rai – in tassa… fra le più pagate. Con il nuovo metodo, infatti, nessuno potrebbe più sottrarvisi.
È probabile che, se approvato nella nuova Legge di Stabilità, il giro di vite sul bollo auto non mancherà di suscitare polemiche. In vigore… e mal sopportato da quando esiste l’automobile, nel tempo ha mutato la propria sostanza. Da “tassa di circolazione” si è trasformato in “tassa di proprietà”; successivamente fu rivoluzionato nel criterio di calcolo, basandosi sui kW di potenza; il secondo Governo Prodi (2006) affinò il criterio di calcolo con un rapporto fra kW e classe di emissione dell’auto.
Nulla di fatto, infine, anche per quanti speravano che il Governo facesse marcia indietro sulla discussa decisione di estendere l’importo “pieno” del bollo auto anche alle auto ultraventennali, ovvero quelle con un’anzianità compresa fra 20 e 30 anni: il provvedimento, contenuto nella Legge di Stabilità 2015, è stato ratificato dalla Commissione Bilancio della Camera.
fonte: Motori.it – Francesco Giorgi – 14/11/2016