Il Regno Unito apre ufficialmente le porte alla cosiddetta drivelerss car: oggi, in un’area pedonalizzata di Milton Keynes (una città non lontana da Silverstone), un prototipo basato su una Renault Twizy ha percorso i primi chilometri “autonomi”, sterzando e accelerando da solo fino alla velocità massima di 8 km/h.
Nata all’università. La piccola elettrica è stata realizzata da Oxbotica, spin-off del Mobile Robotics Group dell’Università di Oxford. I test, inseriti nel programma TSC (Transport Systems Catapult), sono il naturale proseguimento della sperimentazione con la “capsula” Lutz Pathfinder, durata un anno e mezzo e indispensabile per mappare digitalmente i percorsi di Milton Keynes. La nuova biposto, naturalmente in grado di farsi strada tra i pedoni e di fermarsi in caso di necessità, rappresenta la nuova piattaforma per affinare ulteriormente la tecnologia.
Laser e telecamere. Il software autonomo che guida la vettura si chiama Selenium: il programma sfrutta i dati delle telecamere di bordo e di un sistema Lidar (Light detection and ranging), già utilizzato nella Google Car e da costruttori come la Ford per ricostruire l’ambiente circostante e determinare la distanza degli oggetti tramite impulsi laser.
Un vero business. Per il governo britannico, i primi test pubblici rappresentano “una rivoluzione” per l’industria locale: entro il 2025, il giro d’affari globale della guida autonoma sarà di 1,1 miliardi di euro e Londra vuole essere in pole per assicurarsene una fetta, battagliando ad armi pari con concorrenti come gli Stati Uniti e il Giappone. L’obiettivo del governo, in ogni caso, è consentire la circolazione di vetture autonome su tutte le strade entro il 2025: altri test pubblici, già autorizzati, inizieranno l’anno prossimo sulle principali arterie del Paese.