Mobilità ibrida ed elettrica, e quando ci saranno le condizioni, la guida completamente autonoma.
Nell’anno in cui spegne la candelina numero 100, con mezzo secolo di presenza in Italia, Bmw ha chiara la sua strategia. Tanto che Ian Robertson, responsabile vendite e marketing del marchio bavarese, coglie anche l’occasione per bacchettare quei Paesi, come l’Italia, che sulla mobilità elettrica sono ancora fermi ai buoni propositi: «Ci muoviamo rapidamente in quelle aree dove esiste già un sostegno del governo. Ma in Italia la situazione continua a non essere chiara». Bmw, che per prima anni fa lanciò l’auto a idrogeno, la sua scelta, nel momento in cui il mondo delle quattro ruote è in piena evoluzione, l’ha fatta: «Abbiamo venduto più auto ibride del tipo plug-in (la batteria si può ricaricare dalla presa del garage, ndr) nei primi due mesi del 2016 rispetto a tutto il 2015 – sottolinea Robertson -; e in giugno è stato già raggiunto il numero di vendite previste. Per questo stiamo aumentando la capacità produttiva e nel 2017 prevediamo una crescita significativa di questo mercato».
Secondo Bmw e la maggior parte dei «big» dell’auto è proprio la motorizzazione ibrida plug-in a rappresentare il futuro prossimo della mobilità green, seguita da quella elettrica, anche se in quest’ultimo caso per la sua diffusione è necessaria una politica di incentivazione all’acquisto e una capillarizzazione delle stazione di ricarica. «Sulla riduzione drastica delle emissioni – aggiunge Robertson c’è convergenza tra Usa, Cina ed Europa». E qui il manager britannico, seppur senza citarla direttamente, tira una stilettata a Fca che su ibrido (il minivan Chrysler Pacifica è da poco in vendita solo negli Usa) ed elettrico (Fiat 500e in California) è costretta a rincorrere. «Penso che se un produttore non si preoccupa di fare passi avanti sulla tecnologia ibrida ed elettrica, corre un grosso rischio. La ragione per cui noi vendiamo più modelli ibridi plug-in, rispetto ad altre case auto premium è perché siamo partiti prima. Resto sorpreso quando sento annunciare da altri che costruiranno vetture elettriche entro il 2019 o il 2020. Se l’ibrido plug-in continuerà a espandersi, come sta avvenendo, Bmw sfornerà sempre più kit standard su un numero di auto maggiore».
Comunque Robertson non vede il motore diesel andare verso una rapida fine. «Tale motorizzazione in Europa rappresenta ancora tra il 60 e il 90% nei singoli mercati; non dimentichiamo che anche i clienti di quella Casa (Volkswagen, ndr) che ha scatenato il caso delle centraline continuano a comprare veicoli a gasolio. Si tratta di un fenomeno europeo, visto che in Asia il diesel non ha un vero ruolo e in Cina è vietato. Da parte di Bmw i motori a benzina e diesel hanno stesse linea di produzione e architettura di base; le parti diesel, inoltre, vengono montate nella fase finale. In caso di inversioni di tendenza, abbiamo la giusta flessibilità». Sulla nuova Alfa Giulia (in casa Fca al momento del lancio non sono mancati gli attacchi ai rivali bavaresi) solo un laconico commento: «Il Biscione è sempre stato un grande marchio con un grosso potenziale». Mentre sull’auto senza pilota Robertson sostiene che «la tecnologia non è ancora matura per offrire una guida completamente autonoma; e crediamo che la legislazione su questo tema sia ancora incompleta e poco chiara».
“Il futuro è nei motori ibridi plug in. Non capisco chi non investe in tecnologia”