L’auto elettrica non è solo il futuro ma anche il presente. Un presente fatto di notizie false e luoghi comuni da sfatare per una mobilità più sostenibile. Vediamo quali sono
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L’auto elettrica è amica o nemica dell’ambiente? Tra promesse di transizione energetica e timori di dipendenza tecnologica, la quattro ruote green è al centro di un dibattito infuocato.
Cosa c’è di vero e cosa di falso nelle notizie che circolano? Facciamo chiarezza, smontando 8 fake news che alimentano la paura dell’elettrico, basandoci sui dati scientifici.
Alessandro Macina, giornalista esperto di crisi climatica e ambientale, le ha raccontate nel suo nuovo libro “Chi ha paura dell’auto elettrica? Otto fake news alla prova dei fatti” (Edizioni Dedalo, 2024).
L’Europa ci obbliga a comprare costose auto elettriche
L’Unione Europea non impone l’acquisto di auto elettriche né la sostituzione di quelle esistenti a benzina o diesel. La direttiva Ue riguarda solo le nuove immatricolazioni dal 2035, incentivando una transizione graduale verso veicoli meno inquinanti. Tutte le auto a motore endotermico (alimentato a benzina o metano) acquistate prima del 2035 potranno circolare fino a fine vita, anche oltre il 2050.
Le auto elettriche inquinano come e più di quelle tradizionali
Le auto elettriche non producono emissioni locali, a differenza di quelle a combustione che rilasciano CO2, polveri sottili (come PM 10 e PM 2,5) e ossidi di azoto (NOx), dannosi per la salute e l’ambiente. Sebbene la produzione delle batterie abbia un impatto ambientale, questo è inferiore a quello dell’intero ciclo di vita di un’auto a combustione, che include l’estrazione, la raffinazione e la combustione del petrolio. Secondo l’European Environmental Bureau, oggi le auto elettriche immatricolate in Europa emettono in media 75 grammi di CO2 per chilometro, considerando il loro intero ciclo di vita. Le automobili a motore endotermico, invece, fino a 250 grammi per chilometro.
Le batterie sono inquinanti e tossiche
La produzione e lo smaltimento delle batterie hanno un impatto ambientale, ma inferiore a quello dei combustibili fossili. L’UE ha imposto il riciclo di almeno il 50% dei materiali delle batterie entro il 2030, promuovendo un’economia circolare. Inoltre, le batterie possono avere una seconda vita come sistemi di accumulo di energia, prolungandone l’utilità e riducendo l’impatto ambientale. Esistono già impianti di riciclo in Europa, come Hydrovolt in Norvegia, che gestiscono migliaia di tonnellate di batterie all’anno.
La transizione all’elettrico è un favore alla Cina
La Cina è leader nella produzione di batterie, ma l’Europa sta investendo in ricerca, produzione e riciclo per ridurre la dipendenza. La transizione offre opportunità di sviluppo industriale e indipendenza energetica. L’obiettivo dell’UE è riportare in Europa almeno il 40% delle produzioni strategiche entro il 2030. Aziende come la svedese Northvolt, che compone batterie agli ioni di litio per le auto elettriche e le ricicla, stanno aprendo gigafactory in Europa, creando posti di lavoro e riducendo la dipendenza dalla Cina.
Le auto elettriche sono pericolose
Le batterie agli ioni di litio sono sicure e sottoposte a rigidi test. Nell’azienda italiana Reinova, primo centro d’eccellenza europea per i test e la validazione delle batterie elettriche, oggi si esaminano le batterie che entreranno in produzione tra il 2030 e il 2032. Prima di entrare in commercio, una batteria deve superare tre anni di test (fino a 44.000 ore combinate di test). Grazie alla sua tecnologia, l’auto elettrica offre maggiori standard di sicurezza attiva e passiva, come la frenata rigenerativa, che aiuta le auto a recuperare energia e a prevenire incidenti causati da guasti o malfunzionamenti dei freni.
Esistono carburanti alternativi migliori dell’elettrico
Gli eFuel, cioè i carburanti realizzati dalla sintesi di idrogeno e carbonio, e i biocarburanti, che si ottengono dalla lavorazione di materie prime di origine vegetale, potrebbero essere utili per settori difficili da elettrificare come l’aviazione, ma per le automobili l’elettrico è più efficiente e meno inquinante.
Con l’auto elettrica si rimane a piedi
L’autonomia delle auto elettriche è in costante aumento e le infrastrutture di ricarica si stanno diffondendo. La pianificazione del viaggio e le ricariche domestiche o aziendali risolvono il problema. Inoltre, la ricarica rapida in autostrada permette di ottenere una buona autonomia in pochi minuti. Nel 2022, l’86% delle auto elettriche ha garantito il 98% degli spostamenti effettuati dai cittadini europei, senza soste per una ricarica. In ogni caso, in Italia sono presenti oltre 50.000 punti di ricarica a uso pubblico per veicoli elettrici. Il numero dei punti di ricarica è raddoppiato in due anni e nell’ultimo anno è aumentato di 14.000 unità.
Le reti non reggeranno un parco auto tutto elettrico
L’idea che le nostre reti elettriche non siano in grado di sopportare la diffusione dell’auto elettrica si basa su un timore diffuso ma infondato. Molti studi, come quello condotto dal Politecnico di Milano e dalla società di ingegneria CESI per Motus-E nel 2023, dimostrano che le reti italiane possono gestire senza problemi l’aumento della domanda di energia previsto. Anche nello scenario più ottimistico di diffusione dell’auto elettrica, con 6 milioni di veicoli elettrici circolanti in Italia entro il 2030, la domanda di energia del parco auto elettrico rappresenterebbe solo il 4,2% del totale del sistema energetico nazionale. Inoltre, il picco massimo di potenza richiesto sarebbe pari ad appena il 5% di quello previsto per il Paese.
L’auto elettrica rappresenta una soluzione concreta per una mobilità più sostenibile. Affrontare la transizione con consapevolezza, superando le fake news e investendo in ricerca e infrastrutture, è fondamentale per cogliere le opportunità di questa rivoluzione tecnologica.
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8/7/24
greenMe