Un disegno legge appena approdato in Parlamento prevede per la prima volta una durata standard per la luce semaforica gialla.
A pensar male si potrebbe dire che il Codice della Strada sia stato scritto su misura per i Comuni, che incassano multe per 1,7 miliardi di euro ogni anno. Buona parte del “merito” in questo caso vaalle telecamere poste ai semafori.
Il grosso vantaggio, per gli enti locali, è che la durata della luce gialla è libera: dipende da quello che i Comuni ritengono opportuno.
Morale: se un motociclista passa col giallo per sgombrare in fretta l’incrocio, rischia davvero di restare fregato, perché si accende il rosso e la multa arriva a casa.
Sono 180 euro circa di multa con spese di spedizione, più la decurtazione di 6 punti-patente. Ecco allora la soluzione.
A cercare di fare chiarezza è il disegno legge 1613/2019, che prevede una serie di novità.
La prima è l’introduzione di un tempo di tolleranza entro il quale l’attraversamento dei segnali di arresto in presenza di luce gialla non è sanzionabile, il secondo è un decreto del ministro dei Trasporti, con cadenza biennale, che regoli la durata della luce gialla semaforica. L’ultima è una misura che, in attesa del decreto, la durata minima della luce gialla sia almeno di 4 secondi.
Un tempo di almeno 4 secondi è condivisibile; mentre quel giallo ultra-breve che si vede spesso nelle città non ha senso. O meglio, ne ha uno solo: fare cassa.
Infatti, diverse sentenze della Cassazione hanno rigettato i ricorsi e in alcuni casi hanno condannato i ricorrenti al pagamento delle multe e delle spese, ma comunque il giudice, nelle diverse pronunce di primo, secondo e ultimo grado ha confermato i problemi: l’assenza di chiare indicazioni normative e regolamentari con riguardo al periodo di accensione della luce gialla nei semafori che, in alcune circostanze, a causa della ridotta durata avrebbe potuto causare l’infrazione da parte del conducente del veicolo.
Vinicio Paselli