(businessonline.it)
L’esecutivo comunitario fissa nuovi target da aggiunger ma stanzia aiuti economici per nuove forme di carburanti e per l’innovazione nelle batterie per auto
Il copione si ripete anche questa volta ed è dall’esterno che arriva la spinta alla diffusione di auto ecologiche ovvero ad emissioni zero per l’ambiente. A farsi da paladina è come al solito la Commissione europea che ha fissato un target da raggiungere entro il 2030: la riduzione di CO2 del 30% rispetto alla situazione del 2021. Obiettivo raggiungile? Le valutazioni divergono perché da una parte ci sono i produttori di auto che frenano davanti a questa tabella di marcia e invitano l’Europa e prevedere un cronoprogramma più morbido. Ma dall’altra ci sono le tante associazioni ambientaliste che sorridono, pensando che il target non sia affatto così di valore. Come al solito, la verità sta nel mezzo, ben ricordano che il progetto originario è il taglio delle delle emissioni del 40% rispetto a quanto registrato nel 1990.
Pacchetto clan mobility: ambizioso o modesto?
Ci sono dunque valutazioni molto differenti degli obiettivi fissati dalla Commissione europea per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Ma è pur vero che quello del taglio delle emissioni è un tassello di un mosaico ben più completo che include anche altre disposizioni, fra cui lo sviluppo delle batterie per le auto elettriche. E qui si entra in un settore molto delicato perché su quesi mezzi si sta consumando uno scontro-confronto tra le parti sull’effettivo impatto per l’ambiente. Se è innegabile che dal punto di vista atmosferico le auto elettriche sono innocue proprio perché alimentate elettricamente e dunque senza la produzione di gas di scarico, dall’altra è pur vero che l’analisi va allargata all’intero ciclo di vita delle vetture. E proprio le batterie, la loro gestione, le difficoltà di riciclo e i loro smaltimento sono elementi da non sottovalutare.
Vale comunque la pena evidenziare come altri punti fondanti del progetto della Commissione europea riguardano la promozione del trasporto passeggeri su pullman a lunga percorrenza e quello intermodale per le merci e la volontà di scommettere sui veicoli puliti negli appalti pubblici. Ma tra chi frena e chi incoraggia fare di più, l’impressione è che il target possa essere centrato. A essere decisiva è naturalmente la reale volontà delle parti a intervenire, ma le basi di partenza sono già buone se, come evidenzia la Commissione nel rapporto che accompagna il Pacchetto Mobilità, 21 Paesi su 28, tra cui l’Italia, hanno imboccato la giusta strada sul terreno della riduzione delle emissioni nocive. Significa che l’aumento del Prodotto lordo non è più legato alle emissioni climalteranti ovvero che a carbon intensity è stata portata più in giù.
Ma sono indispensabili incentivi statali
Lo stesso esecutivo comunitario mette in evidenza come non si possa prescindere dal lancio di una nuova stagione di incentivi per favorire la diffusione di auto elettriche o comunque di mezzi puliti. L’Italia è ancora indietro rispetto a questo percorso, ma la Commissione intende facilitare questo percorso proponendo il pugno duro nei confronti delle case automobilistiche che sforano il programma di emissioni concordato. Dal punto di vista procedurale, il piano deve ottenere il via libera del Consiglio e del Parlamento prima di passare alla fase esecutiva. A completamento dello schema di intervento per favorire il lancio della mobilità alternativa ed ecologica, la Commissione ha annunciato lo stanziamento di nuovi aiuti economici per la ricerca ovvero
- 800 milioni di euro per nuove forme di carburanti
- 200 milioni di euro per l’innovazione nelle batterie
Chiara Compagnucci – businessonline.it – 09/11/2017