I biocombustibili saranno alla base della produzione di energia elettrica. Nel mercato dell’auto coesisteranno i motori ibridi ed i diesel soprattutto per le lunghe distanze
I biocombustibili sono il futuro prossimo della produzione di energia. Non c’è dubbio. Sono ecologici e sono rinnovabili. La ricerca va da tempo in questa direzione. Tanti i materiali usati per una resa migliore del petrolio raffinato e tante e variegate le scorie prodotte. Ma perché non utilizzare anche questi rifiuti come combustibile? Possono essere efficienti?
A rispondere ai nostri interrogativi, Sergio Camporeale, professore Associato di Macchine a Fluido del Dipartimento Meccanica, Matematica e Management del Politecnico di Bari. Camporeale insegna Motori a Combustione Interna e Sistemi Energetici 2 nel corso di laurea di Ingegneria Meccanica.
Biocombustibili: gli oli esausti«Gli oli esausti sono perfetti per produrre biocombustibili – spiega Camporeale – Per quello che riguarda altre forme di rifiuti, il discorso è un po’ diverso. I rifiuti che derivano da RSU (rifiuti solidi urbani, ndr), noi non li utilizziamo ma nei Paesi del Nord Europa vengono stoccati negli inceneritori. Da quelli è più complicato fare biocombustibili, anche se da un po’ di tempo ci sono degli studi, specie in Germania, su possibili combustibili sintetici da biomassa per produrre energia elettrica.
Biocombustibili: rifiuti come carburante per aerei e navi
Metano ed idrogeno producono biocombustibili«Stiamo lavorando insieme all’ENEA su alcuni progetti che riguardano le biomasse ed i processi generali. Si tratta di convertire le biomasse mediante processi termochimici. Prendiamo le biomasse vegetali gassificate in modo da produrre anidride carbonica ed idrogeno, che vengono utilizzati per produrre energia elettrica nei motori. Ci siamo interessati di produzione di biogas a partire dalle acque reflue. Altri processi utilizzano le deiezioni animali. Sono sicuramente delle applicazioni assolutamente compatibili con l’ambiente, permettono di produrre energia elettrica pulita, di ridurre la quantità di rifiuti ed anche di ridurre le emissioni di metano in atmosfera che è un gas serra».
«Dal metano e dall’idrogeno si possono produrre biocombustibili liquidi. Il metano è molto pulito. Lo si può immettere nella rete oppure si può bruciare direttamente all’interno di un motore con alcuni accorgimenti, peraltro già risolti, per evitare il depotenziamento. Inoltre, produce anche calore che viene utilizzato in buona parte all’interno dello stesso processo. È un sistema altamente efficiente. Inoltre il metano ha un costo inferiore rispetto alla benzina ed al gasolio. Bisogna però fare anche i conti con i costi di investimento e trasformazione».
Il futuro del carburante e dei trasporti
Secondo lei, i carburanti a biomasse saranno l’alternativa al motore elettrico o saranno completamente sostituiti da esso?
«Per quel che riguarda il trasporto urbano, le tendenze dipendono da tanti fattori, ma si sta andando verso l’elettrico. A chi fa 100/200 km al giorno andrebbe bene la benzina o l’elettrico. Negli anni c’è stata una grande diffusione di auto diesel anche di piccola cilindrata dovuta alla grande economicità di questo combustibile e di questi motori oltre ai prezzi più ridotti. Ma l’inquinamento spinge verso i motori elettrici.
Completamente diverso è quello che riguarda il trasporto commerciale ed il trasporto aereo. Qui c’è l’interesse verso i biocombustibili. Al momento, non ci sono batterie elettriche con grandi capacità per veicoli commerciali. In questo caso, si utilizzeranno ancora i combustibili fossili, in particolare quelli liquidi».
Per i trasporti, gas liquefatto
Secondo il prof. Camporeale «i veicoli commerciali terrestri potranno usare il gas naturale liquefatto. Ci sono progetti europei. Questo gas è compresso ad una pressione di 100/200 bar, viene liquefatto e portato a temperature criogeniche, poco più di 100 gradi sotto lo zero. Così, può essere stoccato in un serbatoio all’interno di un motore. La combustione sarebbe molto pulita ed efficiente, ma il problema è che la rete di gas naturale liquefatto non c’è. I combustibili liquidi possono essere un’alternativa perché utilizzerebbero motori sostanzialmente già esistenti con alcune limitate modifiche. Sarebbe una mobilità sostenibile a tutti i livelli, completamente rinnovabile utilizzando gli stessi motori».
Ruben Rotundo – ambienteambienti – 27/09/2017